venerdì 16 aprile 2021

Anni '80: una vita diversa in un mondo diverso

Oggi mi è capitato di vedere un video di una puntata di Techetechete' su YouTube. Il video conteneva una carrellata di cantanti e gruppi anni '70 e '80 più o meno conosciuti: Sheila & Black Devotion, Diana Est, Industry, Lio, OMD, The Knack, Baltimora, Sabrina Salerno, Richard Sanderson, Gazebo, Nick Kamen, Alphaville, Pino D'Angiò, Viola Valentino, Stephanie di Monaco, Flavia Fortunato, Den Harrow, Dead Or Alive, Guesh Patti, Phoebe Cates, Mecano e Novecento. Insomma, una puntata davvero strepitosa, almeno per chi ha nel cuore il mitico decennio. A parte la gioia nel rivedere e risentire cantanti che all'epoca mi fecero provare tante emozioni, mi ha colpito la incredibile quantità di commenti; mi rendo conto che le persone nostalgiche degli anni '80 sono veramente tante! Ed è grazie a internet se possono esprimersi e dire la loro sui bei tempi andati. I commenti su YouTube sono una parte importantissima del sito, spesso sottovalutata, perché mette a nudo desideri, rimpianti, insoddisfazioni che molti utenti non possono esprimere in altre sedi. È bello far sentire la propria voce, scambiare idee, opinioni, insegnare e imparare qualcosa. Negli anni '80 si faceva face to face, ora siamo più abituati a farlo online, ma va bene lo stesso. Io ho preso la sana abitudine di lasciare un commento a ogni video che guardo, sia per ringraziare che per dire la mia.

Ma torniamo al video. Vorrei portare alla vostra attenzione un commento, a mio avviso bellissimo, del Signor Jose Passarella, che cito testualmente:

Semplicemente si viveva una vita DIVERSA IN UN MONDO DIVERSO, tutto più lineare, più tranquillo, più norrmale, fatto per durare non per cambiare di continuo parossisticamente arrivando agli eccessi degli eccessi per esplodere nel nulla cosmico. Siamo in in incubo dove tutto muta in continuazione peggio del Covid, tutto si è talmente complicato da non funzionare più nulla, è andato distrutto tutto quanto funzionava bene, siamo arrivati a non riuscire più a stare al passo, stiamo vivendo in un caos perenne dove si pretende che ognuno di noi abbia un ufficio in casa e sia obbligato a saper usare la tecnologia come fosse laureato in informatica barcamenandosi fra mille cose che oggi sono in un modo, domani sono diverse ed è assurdo. Internet ed i social dal nuovo millennio ci hanno fuso i cervelli complicando ogni cosa, mi ci metto anche io che uso i social solo per informarmi o ritrovare qualcosa di bello del passato, internet doveva essere utile, è nato per questo, io stesso ho imparato tante cose che non sapevo in questi 10 anni, quando vedo questi video mi sale un magone che a volte chiude la gola ripensando a quanto abbiamo vissuto e perso per sempre. Io over 60 amo ancora di più gli anni 70 degli 80. Potessi farlo tornerei a metà 70 e resterei là fino alla fine dei giorni ma nessuno ha mai inventato la macchina del tempo. Tutto si fa online... no, io non ci sto più dentro... i cellulari erano nati per semplificarci la vita, invece sono un'arma a doppio taglio e ci hanno messo in gabbia, ci hanno tolto la libertà di vivere senza rotture di c...... continue, siamo obbligati ad essere sempre reperibili h24. Io sono arrivato alla frutta, ormai quando esco lascio a casa il telefono, non ne posso davvero più.

È un quadretto dei nostri tempi abbastanza realistico. Di commenti così se ne trovano tantissimi online, non solo su YouTube. Ma questo è particolare, perché vi emerge tutta la insoddisfazione dell'autore per i tragici eventi che stiamo vivendo, insoddisfazione condivisa da tanti. Le ultime parole del commento sono emblematiche: «non ne posso davvero più». Jose tocca alcuni aspetti che voglio evidenziare: si viveva una vita diversa in un mondo diverso, siamo troppo dipendenti dalla tecnologia e da internet, i cellulari ci hanno messo in gabbia e, infine, siamo reperibili 24h su 24h. Su questi quattro punti potrei scrivere trattati chilometrici, ma non mi piace allungare troppo i post, per cui mi limito a commentarli brevemente. Solo chi ha vissuto in pieno quegli anni può capire quanto la vita fosse diversa. Da allora la tecnologia ha fatto passi da gigante, ma chiediamoci: siamo più felici? Voi cosa ne dite? A me sembra che, dal punto di vista dell'etica morale e della socialità, in generale abbiamo regredito. Non si può negare che dopo gli anni '80 ci siano state svariate migliorie e conquiste sociali (per esempio, ora il fumo è vietato in molti luoghi pubblici, con mia grande gioia, dato che l'ho sempre detestato), ma in generale ora la gente è molto più triste, preoccupata, impaurita, depressa, infelice. In particolare, dopo l'11 settembre 2001, sembra che sul mondo sia caduta una cappa oscura e che nulla sarebbe stato più come prima. Jose dice che siamo dipendenti dalla tecnologia, e che si fa tutto online. Io lavorando al computer per anni sono ora costretto a usare occhiali da vicino e da lontano. Se continuo così per leggere mi ci vorranno lenti spesse come fondi di bottiglia! Qualche anno fa lo stare troppo al PC mi ha addirittura causato problemi di salute, che ho poi risolto con un buon programma di allenamento sportivo. In realtà noi esseri umani non siamo fatti per stare incollati a uno schermo. Siamo fatti per interagire con altri, per socializzare. Anni fa scrivevo delle lettere lunghissime con una calligrafia che tutti mi invidiavano; adesso scrivo con una scrittura da gallina, talmente abituato a digitare col PC. Mi ricordo decenni or sono che all'ufficio postale le operazioni procedevano senza intoppi particolari; ora se si impallano i computer si entra nel panico più totale! Gli impiegati rimangono imbambolati con un problema più grande di loro e bisogna chiamare il tecnico salvatore. I cellulari ci hanno messo in gabbia. Mi guardo in giro e vedo persone, per lo più giovani, che stanno incollate allo smartphone tutto il tempo. Mi chiedo cosa escano a fare! Quando sei concentrato 24h su 24h su uno schermo a chattare, sei in gabbia. Non vedi le persone intorno a te, non ti accorgi delle piccole o grandi cose che succedono, ti perdi il mondo. E se sei fuori dal mondo, si può senz'altro dire che vivi dentro una gabbia. L'ultimo punto toccato da Jose: siamo sempre reperibili. La domanda è: dovremmo? Negli anni '80 i cellulari non c'erano ancora; chi doveva chiamare lo faceva a casa oppure andava a una cabina della SIP. Si viveva senza cellulare? Certo che sì, e meglio pure! Oggi il cellulare ha una sua utilità, ad esempio chiamare in casi di urgenza; ma come sempre accade, l'uomo ha iniziato a fare un uso sconsiderato di un'invenzione tutto sommato utile. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: una massa di zombi con la testa china sullo smartphone. Non è sempre facile realizzare tutto questo; penso che occorra molta apertura mentale e anche aver vissuto quegli anni per poter paragonare le due epoche storiche. Un grazie a voi per aver letto questo post e un invito a commentare, se avete tempo e voglia.

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