venerdì 25 febbraio 2022

Esperimenti Rai anni '80 e monoscopio

Su vari siti, forum e blog ci sono dei veri e propri appassionati di questo argomento, ragion per cui mi sembrava giusto postarlo anche qui con una breve descrizione. Mi riferisco alle trasmissioni irregolari e sperimentali della Rai effettuate negli orari notturni e mattutini negli anni '80. C'era il famoso monoscopio a colori (per i più esperti corrisponde al modello Philips PM5544), accompagnato prima da una nota continua e poi, poco prima dell'inizio delle trasmissioni, da bellissimi brani che spaziavano da rifacimenti elettronici di musica classica a brani di genere easy listening; a seguire, la famosa sigla di inizio delle trasmissioni, poi sostituita dall'inno nazionale, il "quadro pre-programmazione" su fondo nero che durava qualche istante, e poi l'inizio dei programmi televisivi. Da notare come la Rai proponesse anche la visione di alcune pagine del televideo a scopo promozionale, accompagnando anche queste con bellissimi brani musicali. Ora tutto è finito, sebbene in determinati giorni della settimana, di notte per l'esattezza, a volte il monoscopio torni ad essere presente a rotazione sulle tre reti Rai.

Ma cosa era in realtà il monoscopio? Era proprio uno strumento che serviva per la messa a punto del televisore catodico e che veniva usato dai riparatori TV che se lo facevano con il "generatore di monoscopio". Appunto per questo, visto che trasmettevano proprio non in orario lavorativo, era un po' strano. Non serviva quasi a nessuno, forse tranne qualche hobbista che trafficava in casa con piccole riparazioni TV. Ma per avere qualcosa da trasmettere in mancanza d'altro andava benissimo! Vi cito l'esperienza di un mio amico, grande appassionato di elettronica:

«Io me lo son fatto di cartone, come nella tradizione delle peggiori TV private, con pochissimi soldi, solo che io avevo a disposizione un'attrezzatura ancora più ai minimi termini... La telecamera era una scatoletta con tubo di ripresa bianco e nero, ex sorveglianza a circuito chiuso, una specie di accrocco davvero primordiale: il passo successivo dopo quella dei videocitofoni! Il segnale video andava a finire in una scatoletta estirpata da un vecchio VCR rottamato, che faceva tutto il lavoro. La scatoletta si trova (se qualcuno ha ancora il VCR) sulla parte posteriore dell'apparecchio e ha i due connettori di antenna, in entrata ed in uscita, a volte un piccolo commutatorino e un forellino per mandare il segnale in play sul connettore d'antenna in uscita, per chi non avesse il televisore con la SCART. Si sintonizzava il VCR attorno al canale 40 terza banda; e qualcuno (se si ricordano gli articoli di giornale) così facendo aveva mandato la cassetta di "trastullo amatoriale" con la propria consorte per tutto l'impianto centralizzato del condominio... Comunque la scatoletta era da me usata come trasmettitore, solo che usavo una telecamerina per il segnale e un'antenna a stilo di TV portatile come antenna trasmittente, attaccata al connettorino di uscita del modulatore TV (praticamente sempre la stessa scatoletta). Portata? E chi lo sa? Però sufficiente per essere sentito dal televisore di casa, con l'antenna a 20 metri di distanza, e in posizione sfavorevole, visto che le antenne TV captano benissimo quello che hanno "davanti" mentre le trasmissioni un po' più scostate dall'asse ottimale si perdono nel rumore... Il passo successivo lo feci attaccando dietro la scatoletta un amplificatore, quello da impianto centralizzato TV che, anche se non sembra, amplifica il segnale di parecchio! Il materiale da trasmettere non era qualcosa di semplice, infatti mettere la telecamera fuori dalla finestra e riprendere il paesaggio poteva anche essere interessante (beh, non lo si fa ora con le webcam?) solo che correvo il rischio di essere individuato, e non mi andava certamente! Quindi il piccolo "studio televisivo" per le prime volte era il tavolo con uno sfondo in cartone da imballaggio dove stava in bella vista o il monoscopio di cartone o una "lava lamp" artigianale fatta con un grosso barattolo di sottaceti con una lampada da 40 watt che ne scaldava il fondo... Quando trovai una scheda video per PC con l'uscita "video PAL" allora le cose si fecero più interessanti, infatti la "scatoletta" di trasmissione iniziò a funzionare con un segnale al quale era più abituata: i colori! Lì potevo usare un monoscopio più bello usando un programma che girava sotto Windows 98; forse si chiamava appunto "Monoscope" e anche qualcosa di animato o con gli screensaver "tubi" ed altre amenità Windows 98. Uno screensaver molto carino era "Snoqualmie"; peccato che i dettaglini della risoluzione su monitor poi sulla TV si perdevano... Questo si poteva fare tranquillamente prima del digitale terrestre: ora ci vorrebbe un convertitore, che non credo si trovi così a buon mercato... Ma se c'è qualcuno che vuole rifare l'esperienza di "TV di quartiere", qualcosa salterà fuori!»

Se vi è piaciuto il post e ha evocato in voi piacevoli ricordi, oppure avete qualche esperienza simile da narrare, sarei molto felice di leggere un vostro commento.





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