sabato 11 maggio 2024

La mia idea dell'aldilà

Da sempre mi interrogo sul significato della vita. Mi guardo intorno: la bellezza di questo pianeta va a cozzare con il dramma della nostra esistenza, molto breve e piena di ostacoli, escludendo quei pochi che vincono la lotteria della vita. Ma anche quelli prima o poi muoiono. La prima domanda che mi faccio è: «Ma che senso ha?» Già, che senso ha fare sacrifici per campare e accumulare beni? Che senso ha avere valori morali, comportarsi rettamente, fare del bene ad altri se poi dobbiamo morire? Dove sta la ricompensa? Se proprio dobbiamo morire, e potrebbe succedere domani, tanto vale fare ciò che piace anche se questo va contro le leggi, anche se questo va a discapito di altri. Da sempre sento dire: «La vita è una sola, goditela finché puoi!» E sembra proprio che la maggior parte di chi condivide con me questo habitat metta in pratica tale principio. La vita è una: fai ciò che vuoi! Da sempre sento dire: «Dov'è Dio?» Già, questo Dio di cui si parla tanto ma che sembra tanto assente. La storia umana è sempre stata costellata di atrocità, massacri, odio, violenza: Dio non è mai intervenuto. Mai, neanche una volta. E poi sentiamo parlare dell'aldilà, o meglio, un paradiso per i buoni e un inferno per i cattivi. L'inferno dev'essere molto affollato!

Lo scorso anno, una caldissima domenica di agosto, il mio caro amico e padre biologico è trapassato. Ad aprile è entrato in ospedale e da lì non è più uscito. La perdita di una persona cara è una delle tragedie più grandi, un duro colpo che ti cambia la vita. Fino a poco tempo fa vedevi un uomo pieno di vita, che ti sorrideva. Poi, tutto a un tratto, quello stesso uomo è una sagoma totalmente spenta, distesa in una cassa. Questo, cari amici, è il destino di tutti noi, volenti o nolenti. È l'unica cosa certa della vita, insieme alla nascita. Tornerò dopo su mio padre. Insomma, tirando le somme, la nostra piccola passeggiata qui sarebbe questo: nascere, crescere, invecchiare, morire. Come fanno gli animali e le piante. E mentre cresciamo e invecchiamo, preoccuparci continuamente di come procurarci un tetto sopra la testa e del cibo per nutrirci. Poi, come gli animali, siamo spinti all'accoppiamento, quindi alla ricerca di un compagno o compagna per dare vita a nuovi esseri che vivranno lo stesso nostro dramma. E questo è tutto, signori miei! Oppure no?

Vi siete mai soffermati a pensare che viviamo in una palla che gira attorno a una stella che non si spegne mai? E che questa palla ruota in continuazione per dare il giorno e la notte e mantenere una temperatura ideale alla vita? Se solo alzassimo lo sguardo qualche volta, non dico sempre, al cielo notturno e notassimo quanti miliardi di stelle ci sono oltre al sole, qualche domandina forse verrebbe spontanea. Non tanto per capire chi ha messo su tutte quelle luci ma perché! Se poi pensiamo che molto probabilmente (per non dire sicuramente) attorno a ognuna di quelle stelle orbitano pianeti abitati simili al nostro, allora le domandine diventano domandone. Insomma, da quando ci alziamo la mattina a quando andiamo a dormire è tutto un succedersi di cose incredibili, fantastiche, di "miracoli", se così li vogliamo chiamare. Sì, anche se per noi è tutto normale. Già la parola "normale" sottintende che ci sia una norma, una legge, e sarebbe interessante capire chi o cosa l'abbia stabilita. Ma di normale non c'è proprio nulla, cari miei. È tutto miracoloso, inspiegabile. Sento persone dire: «Il paradiso esiste solo per quelli che credono alle fiabe!» Ma se già nell'aldiqua siamo in una sorta di fiaba, cosa c'è di tanto strano se anche un eventuale aldilà fosse altrettanto fiabesco? Per come la vedo, io assolutamente nulla.

Quindi mangiamo, beviamo, dormiamo, ci riproduciamo, ma ci sfugge qualcosa. Parlando di anni '80, l'altro giorno stavo leggendo un'intervista al famoso cantante pop George Michael, rilasciata prima della sua scomparsa nel 2016. Tra le altre cose, mi ha colpito molto una  sua affermazione: «La mia vita è stata una perdita di tempo». Disse ciò credendosi preso di mira da Dio, in seguito alla scomparsa della madre e del compagno. Io non sono d'accordo con lui, nel senso che ha dato gioia e colore alla vita di molti, ma è interessante notare come il cantante, tirando le somme di una esistenza piena di successi ed eccessi, la consideri addirittura priva di significato, come ad aver impiegato male il poco tempo a sua disposizione. Ho voluto citare lui perché sono un suo affezionato fan da anni, ma come lui ce ne sono moltissimi altri, anche non così famosi. A volte, mentre faccio jogging, mi capita di passare vicino a delle bellissime ville con giardini, e ne osservo gli abitanti: stanno lì, soli, col SUV parcheggiato in bella mostra, che leggono un giornale o chattano con qualcuno. Li guardo e mi chiedo: quando arriveranno alla vecchiaia, o comunque al capolinea, faranno le stesse considerazioni di George? A che serve tutto quel lusso se poi lo devono lasciare qua? Vuoi vedere che lo scopo della vita è ben altro?

E quindi siamo tutti di passaggio, questo è certo. Conoscete quella barzelletta del genio che chiede al moretto assetato nel deserto di esprimere tre desideri? Il moretto gli dice: «Voglio essere bianco, vedere tanta acqua e vedere tanta figa», e il genio lo trasforma in un bidè! Ora, supponete di incontrare il genio della lampada che vi dice: «Tu hai a disposizione 100 anni di vita, e posso esaudire tre desideri». Cosa gli chiedereste? Manco a pensarci troppo, quello che tutti chiedevano ai maghi in televisione negli anni '90, cioè: salute, amore e lavoro. Oggi magari la triade sarebbe: bellezza, sesso e ricchezza. Sapete invece cosa gli chiederei io? Solo questo: capire il mistero della vita. Perché una volta che capisci il mistero, ti regoli di conseguenza. Un conto è vivere una vita di pochi anni credendo che dopo non ci sia più nulla, e in tal caso arraffi ciò che puoi e godi più che puoi. Un altro è viverla nella certezza che sia solo una breve fase, una tappa, di un cammino molto più lungo. Questa consapevolezza cambia tutto. Cambia l'intera visione della vita e delle cose materiali, in quanto, essendo effimere, non si dà ad esse molta importanza.

Lo scopo di questo post non è tanto convincervi di qualcosa ma spingervi a fare delle riflessioni sulla vostra vita, così come le ho fatte e le faccio io. Ah, dimenticavo: la mia idea dell'aldilà. Innanzitutto, esiste l'aldilà? Milioni di persone che hanno avuto esperienze fuori dal corpo o che hanno fatto i cosiddetti "viaggi astrali" non hanno alcun dubbio al riguardo. Sogni? Allucinazioni? Tutti troppo uguali e reali per catalogarli come scherzi della mente. Improbabile, se teniamo conto che queste esperienze le hanno vissute anche atei e nati chiechi (che quindi non hanno mai visto nulla). Cosa dicono queste persone? Essenzialmente le stesse cose, cioè che lasciano il loro corpo in carne e ossa e "viaggiano" con un altro corpo più leggero. Vedono il tunnel, un bagliore e sono felici accanto ad esseri di luce, talvolta amici o parenti. Coloro che tornano indietro lo fanno malvolentieri, in quanto avrebbero mille volte preferito stare là. Un po' come il bambino che gioca felice sulle giostre e poi deve tornare a casa a fare i compiti. Il fatto è che chi ha quelle esperienze è totalmente sicuro di vivere qualcosa di reale e autentico, molto più di quanto lo viva qua.

Io non ho mai avuto esperienze NDE. Ho letto molti libri sull'aldilà e ascoltato molte testimonianze. Ma sono sempre esperienze altrui, benché raccontate da persone degne di fiducia. Ciò che più ha contribuito a darmi un'idea sull'aldilà sono stati i miei sogni. Ora, tutto sta a capire cosa sono i sogni. Semplici filmini creati dal cervello o qualcos'altro? Pocanzi vi ho accennato di persone nate cieche; esse sognano come facciamo noi, e mi chiedo come facciano, dato che da quando sono venute al mondo non hanno mai visto nulla. Sapete, le persone nate cieche mi ricordano un avvenimento dei vangeli, quando i discepoli di Gesù, vedendo un uomo cieco dalla nascita, lo interrogarono chiedendogli: «Maestro, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?» Se ci riflettete bene, questa domanda sembra assurda, perché è impossibile per un uomo peccare prima della sua nascita! Di certo, non può aver peccato nella pancia della madre, o almeno non così tanto da meritarsi di nascere cieco! Se la domanda non avesse avuto senso Gesù glielo avrebbe fatto notare, magari dicendo: «Ma che razza di domanda mi fate?» Invece rispose alla domanda dicendo che né lui né i suoi genitori avevano peccato. Perciò, se poteva peccare prima di nascere, doveva aver vissuto prima della sua attuale esistenza.

Dicevo dei sogni. Ci sono voluti 50 anni per capire che i sogni non sono semplicemente desideri, come cantava Cenerentola, ma qualcosa di più reale e concreto. O almeno, una parte di essi. A volte mi chiedo se questa vita che stiamo vivendo adesso non sia anch'essa un sogno! Sì, ci sembra molto reale perché tutti i nostri 5 sensi sono all'opera. Ma anche la realtà virtuale, ad esempio quella creata da PlayStation VR, ci sembra tanto reale quanto quella che viviamo tutti i giorni. Avete presente il famoso film Matrix del 1999? Nel film si sostiene che la realtà è diversa da come ci appare, e si fa l'ipotesi che ci sia qualcuno che appositamente crea un mondo illusorio allo scopo di ingannarci e di tenerci sottomessi. Non potrebbe essere la nostra vita qualcosa di simile? Voglio dire, una realtà fittizia creata da qualcuno (Dio) per farci vivere determinate esperienze dove tutto ciò che succede fa parte di un preciso programma? Converrete con me che questa affascinante ipotesi non è da scartare. D'altronde, chi siamo noi? Ci ritroviamo qui, su questo globo sperduto nell'Universo, pochi anni di vita (per alcuni neanche quelli) e poi PUF!, fine del film. Quindi, tutte quelle immagini bizzarre, fantastiche, incredibili che spesso ricordiamo al risveglio, potrebbero essere un quadro di ciò che abbiamo realmente sperimentato durante il sonno. Avete mai sognato di volare? O di visitare più volte posti stupendi, o di vedere persone decedute ringiovanite? Be', non erano soltanto sogni ma esperienze che avete realmente vissuto. Da poco ho sognato mio padre, ma non nella forma che aveva poco prima di trapassare: era giovanissimo, diciamo sui 20 anni, proprio come ritratto in alcune sue foto dell'epoca! Vi sembra strano? Se aveste la possibilità di scegliere tra un abito vecchio e uno nuovo, quale scegliereste? Io stesso, se potessi, userei la mia forma da trentenne, quando avevo tutti i capelli! Ho sognato anche mia nonna e una mia zia paterna, entrambe trapassate: erano giovani, sulla trentina. Mia zia, in particolare, aveva una maglia color panna o marroncino, particolare poi confermato da mia cugina che è rimasta incredula. Parlando di luoghi, mi capita spessissimo di sognare posti di mare dove la sabbia è bianchissima e il mare ha un colore verdastro e un "sapore" caratteristico. Il discorso "sapore" è difficile da spiegare. Uso il termine "sapore" perché non ne ho altri adatti, ma si tratta di una sensazione, molto bella, che riesco a provare solo là. Sono molto attratto dai luoghi di mare, che sogno sempre col bel tempo. Sogno posti mai visti, spiagge piene di persone dove c'è un'atmosfera molto rilassata. E tutto questo è molto reale, forse anche più reale di quello che viviamo una volta svegli.

Una domanda interessante è: che rapporto c'è tra quel mondo e questo? Perché saltiamo da uno all'altro praticamente ogni notte? Sarà forse che la nostra vera casa, o vera patria, è quella e non questa? E che la vita qui sia solo una breve tappa dove lavoriamo per crescere? Come un bimbo che per crescere e imparare va a scuola, potrebbe essere questa vita una scuola in cui ci mettiamo alla prova? Se così fosse, una volta terminati gli esami, torneremmo a casa, la nostra vera casa. E allora i sogni cosa sono? Sono una pausa dal lavoro o dallo studio, l'equivalente della ricreazione a scuola. Vi capita mai di risvegliarvi al mattino pieni di energia e felici? È la stessa identica sensazione che si prova dopo essere stati a contatto con persone che amiamo e dalle quali siamo amati. Anche se non ricordiamo, durante la "ricreazione" è successo proprio quello! A scuola, spesso, dovevamo sorbirci compagni di classe con i quali non c'era alcun feeling, ma una volta suonata la campana dalla pausa, andavamo a cercare i nostri amici che frequentavano altre classi. Lo stesso accade durante le nostre "gite" notturne più di quanto pensiamo.

Concludendo, come vedo l'aldilà? Per me l'aldilà è un po' come l'aldiqua ma più bello. Un luogo dove esiste la libertà, a differenza di qua dove siamo troppo condizionati da questo pesante scafandro che ci portiamo addosso e dall'ambiente in cui nasciamo. Il bruco e la farfalla rappresentano per me un esempio calzante del nostro cambiamento tra una vita e l'altra: toglieremo finalmente quell'ingombrante involucro che tanto ci appesantiva e ostacolava, e potremo volare leggeri, esplorando luoghi meravigliosi. Sì, non ricordiamo dove eravamo prima di venire qui, ma Dio ce ne dà un piccolo assaggio con i sogni. Perdonatemi se mi sono dilungato troppo, siete stati pazienti, ma ho buttato giù le parole così come mi venivano, velocemente come un fiume in piena, e ho ritenuto opportuno includere tutto, anche concetti che forse non si collegano bene col tema. Come si dice, sono andato un po' di pane in frasca. Ma se sono riuscito a risvegliare in voi un po' di curiosità e voglia di indagare su questo affascinante argomento, avrò raggiunto il mio scopo.





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