venerdì 6 maggio 2022

È giusto essere buoni con tutti?

Chissà quante volte avrete sentito frasi come: «La gente si approfitta della mia bontà» oppure: «Mi sono sempre comportato bene ma ho ricevuto in cambio solo calci nel culo» o ancora: «Fare del bene non serve a nulla perché le persone sono cattive, tanto vale essere cattivi come loro». Se voi stessi non vi lamentate così, di certo avrete sentito lamentele del genere da altri. Questo succede perché abbiamo la convinzione che tutti possano apprezzare il bene che facciamo. Ma non è così.

Nel Vangelo di Matteo (7:6), Gesù disse: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi». Gesù era un eccellente insegnante. Cosa voleva dire?  Che dobbiamo stare attenti a chi indirizziamo le nostre buone azioni, le nostre gentilezze, i nostri gesti di amore incondizionato. Vi racconto la mia esperienza personale. Tanti anni fa ero un ragazzo molto solare, sempre sorridente, giocoso, smaliziato, di buon carattere. Dispensavo sorrisi e gentilezze a tutti, indistintamente. Col tempo mi sono reso conto che molti di coloro che frequentavo mi deridevano, mi consideravano un bambino immaturo, e questo solo perché avevo un carattere molto espansivo e allegro, a differenza loro che erano musoni e pieni di malizia. Chi mi voleva davvero bene è rimasto al mio fianco fino ad oggi, mentre tutti gli altri, finti amici, si sono dileguati. Ho capito che solo pochi a questo mondo sanno amare, comprendere davvero il prossimo, essere amici sinceri e fidati. Ora sono cambiato. Con alcuni sono me stesso, quello di tanti anni fa, senza alcuna differenza, mentre con altri metto una armatura simbolica, mi mostro freddo e distaccato. Diciamo che, non essendo nella mia natura, la cosa non mi viene spontanea, ma non ho più intenzione di donare "le mie perle ai porci", secondo l'insegnamento di Gesù.

Purtroppo il mondo in cui viviamo è pieno di malvagità. Le persone, tranne rari casi, tendono ad essere egoiste, opportuniste, orgogliose, false, ipocrite. Trovare anime buone che si somiglino, con stessi sentimenti e tendenze, è impresa assai ardua. Ho spesso parlato di questi argomenti in vari forum, un po' per sfogo, un po' per rispondere a chi sostiene il contrario. Ad esempio, una persona gentile, premurosa, altruista (non parlo di facciata ma di azioni concrete dettate dal cuore) oggi viene considerata debole, perdente. Invece di apprezzarne le insolite alte qualità, la gente pensa che sia un esempio da evitare. Come si dovrebbe quindi comportare questa nobile anima in un mondo di lupi? La risposta mi è arrivata, tra l'altro, leggendo il bellissimo libro I messaggeri, facente parte di una collana di libri che ha per titolo "La vita nel mondo spirituale", di André Luiz. Vi cito un passaggio molto interessante e significativo, che insegna come agire nei confronti di chi non è in sintonia con noi:

Le tradizioni popolari dell’India raccontano che una volta c’era una vipera velenosa in un certo campo. Nessuno osava passare di là, temendo di essere morso. Ma un sant’uomo al servizio di Dio, cercò intenzionalmente la regione dove essa fosse, confidando più in Dio che in se stesso. La vipera lo colpì con aria di sfida. Lui tuttavia la oltrepassò con uno sguardo sereno e disse: «Sorella mia, la legge prescrive che non dobbiamo nuocere ad alcuno.» La vipera si ritirò, vergognandosi. L’uomo saggio continuò sulla sua strada e il serpente cambiò completamente. Cercò luoghi abitati da persone, desiderando rimediare ai suoi vecchi crimini. Il suo comportamento era completamente pacifico ma, da quel momento, la gente iniziò ad abusarne. Quando compresero la sua completa sottomissione, uomini, donne e bambini iniziarono a lanciargli pietre. L’infelice creatura si ritirò nella sua tana, sconsolata. Si sentiva afflitta, timorosa, depressa. Fu allora che il Santo ripassò per la stessa strada e decise di far visita alla vipera. Egli si stupì di vedere quanto fosse caduta in disgrazia. La vipera allora gli raccontò la sua amara vicenda. Voleva essere buona, affabile e affettuosa, ma la gente la perseguitava e la lapidava. L’uomo saggio pensò e ripensò e, dopo averla ascoltata, rispose: «Ma sorella mia, c’è stato un errore da parte tua. Io ti avevo consigliato di non mordere chiunque, di non cacciare e uccidere, ma non ti dissi di smettere di spaventare la gente cattiva. Non attaccare i figli di Dio, i nostri fratelli e sorelle che sono sullo stesso nostro percorso di vita, ma difendi la tua parte nella creazione del Signore. Né morso né danno, ma devi mantenere quei malvagi a distanza; sibila e mostra i tuoi denti aguzzi.»

Avete capito la lezione? Mantenere i malvagi a distanza, mostrare i denti a chi bisogna mostrarli. Ma Gesù non ha forse detto di porgere l'altra guancia? Certo, forse come facevano Bud Spencer e Terence Hill nel famoso film! "Porgere l'altra guancia" significa non cedere alla provocazione, non fare posto al male, all'odio. Significa che se qualcuno ci offende o ci fa del male, noi non ripaghiamo con la stessa moneta (come invece molti consigliano di fare). Perché no? Perché chi fa del male riceverà altrettanto male, e con gli interessi. Non conoscete il detto "Chi semina vento raccoglie tempesta"? Noi non dobbiamo muovere un dito, ci penserà il karma, la legge di causa-effetto, a fare giustizia. In conclusione, è giusto essere buoni con tutti? Con coloro che sono sullo stesso nostro percorso di vita certamente sì. Tutti gli altri, che seguono un percorso differente, è meglio tenerli alla larga.





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