domenica 8 maggio 2022

Bellissimo ritratto degli anni '80 di Silver Nervuti

Qualche giorno fa ho guardato un video dello youtuber Silver Nervuti dal titolo Chi sono gli over50? Ha fatto un bellissimo quadretto degli anni '80, parlando della semplicità e della spensieratezza che li contraddistinguevano. Chi ha vissuto quel periodo non può non essere assalito da un forte sentimento di nostalgia. Gli over 50 sono quelli che possono paragonare due epoche storiche molto differenti tra loro. Sono convinto che da fine anni '90 in poi tutto sia cambiato in peggio, convinzione non solo mia a quanto pare. In particolare, dopo l'attacco alle Twin Tower dell'11 settembre 2001, sembra che il mondo sia cambiato, che quella sia stata la scintilla per far esplodere la bomba. Si è visto un impressionante balzo tecnologico ma nel contempo un degrado morale allucinante. Secondo me, abbiamo proprio perso la bussola, l'orientamento. Ci siamo disumanizzati assomigliando alle bestie, il cui unico pensiero è quello di nutrirsi, accoppiarsi e difendersi. Solo che le bestie lo fanno istintivamente, senza cattiveria, mentre noi siamo proprio malvagi! Dico noi in generale, ma grazie a Dio ci sono varie tipologie di persone. È però certo che sul nostro pianeta i malvagi sono in numero maggiore.

Insomma, cosa ha detto Nervuti? Gli over 50 sono gli adolescenti degli anni '70 e i ragazzi degli anni '80. Quelli che non avevano il telefonino, il computer e il servosterzo. In realtà il computer lo avevano, ma erano macchine molto limitate rispetto a quelle di oggi. Il Commodore 64, per esempio, aveva soltanto 64 kilobyte di RAM (da qui il nome), anche se erano più che sufficienti per giocare e divertirsi. Forse intendeva dire che non c'era Internet, che è comunque una straordinaria invenzione, purtroppo abusata dai più, come spesso succede per tutte le cose. Sono quelli che uscivano in motorino senza casco e coi capelli bagnati, primavera, estate, autunno, inverno. Diciamo che all'epoca non c'era tutta la paura di ammalarsi che c'è oggi. Si facevano le cose un po' avventatamente, senza pensare sempre al peggio. Sono quelli che si incontravano al solito posto perché non c'era bisogno di trovarsi in un locale per l'apericena: era un muretto, una panchina, una fontana, un prato. Noi qui a Sassari ci incontravamo nella Piazza d'Italia, dove si facevano le "vasche", cioè avanti e indietro passeggiando. Si tendeva comunque a stare molto più all'aperto che al chiuso. Le ore di scuola e a casa per studiare erano più che sufficienti. Quelli che la cosa più importante era trovarsi per la voglia di stare in compagnia. Sì, a differenza di oggi, si sentiva il bisogno impellente di stare insieme ad altri e condividere cose e idee. Si era obbligati ad uscire di casa se si voleva conoscere qualcuno. Oggi ci sono i social che aiutano a mettersi in contatto con persone di tutto il mondo, ma alla fine sono perfetti sconosciuti. Il vantaggio di trovarsi a tu per tu con le persone era proprio quello di scoprire immediatamente chi erano. Quanti oggi fingono e danno un'immagine di sé che non è reale? Le inchiappettate (perdonatemi il termine) sono sempre dietro l'angolo! I social network: una bella invenzione che doveva aiutare a stare in contatto con i propri cari lontani si è trasformata in una sorta di catalogo Postalmarket dove tutti fanno autopromozione. Sono quelli che si scambiavano i dischi preferiti, che registravano col mangianastri le canzoni dalla radio cercando di stoppare prima che il DJ ci parlasse sopra. Qui ne avrei da raccontare! Ma ricordo che addirittura anche alle giostre mettevano le cassette dove si sentiva il DJ pubblicizzare la radio! Una radio qui a Sassari che mi faceva venire l'angoscia, perché stavo sempre registrando e quel maledetto "timbrava" ogni canzone proprio a metà (non vi dico quante volte l'ho mandato a quel paese) era Radio Holiday, di Rolando Bajardo. I sassaresi che leggono qui la ricorderanno sicuramente con piacere. Iniziavo a registrare tutto speranzoso che il rompiballe tacesse, e quando la canzone stava per finire... eccolo! Però era tutto okay. Un po' come certe immagini oggi prese da internet che hanno il watermark. Non si può pretendere di avere tutto gratis. E con una matita riavvolgevano il nastro. Ma vogliamo parlare delle operazioni di unione del nastro, eliminando una parte di troppo? Operazione che facevo anche con le videocassette. O vogliamo parlare di quando il nastro si inceppava dentro il registratore e, aprendo lo sportellino, risultava tutto ingarbugliato e "mangiato"? Forse è per quello che si chiamava "mangianastri". Sono degli sciami di ragazzi allegri e spensierati sulla Vespa o sul Ciao come oggi non se ne vedono più in giro: né la Vespa né il Ciao né i ragazzi allegri e spensierati. Eh, la spensieratezza! Quante volte ne ho parlato sul blog! Spensierato = Serenamente allegro, senza preoccupazioni. Mi duole constatare che quei visi semplici, allegri, spensierati, diciamo pure felici, non li ho più visti se non nei documentari sugli anni '70 e '80. Erano tempi che garantivano alle famiglie una certa stabilità economica, e quindi serenità. Di cosa si parla oggi? Lavoro, lavoro, lavoro; si parla ossessivamente di un qualcosa quando non c'è, quando è un problema. Tipo quelli che parlano sempre di donne e sesso; tranquilli che ne parlano così tanto perché non hanno né donne né sesso, altrimenti parlerebbero d'altro. Come diceva quel detto? "La lingua batte dove il dente duole". Che con 50 lire giocavano a biliardino e con 100 sceglievano 3 canzoni nel juke box. Che andavano a ballare 3 sere alla settimana. A me le discoteche non sono mai piaciute: ci sarò andato 2 o 3 volte in tutta la mia vita. Però una cosa ricordo bene: si andava in discoteca per ballare, incredibile ma vero! C'è da dire che quando ero ragazzo la musica dance non era quella di oggi, che trovo per lo più inascoltabile. Parliamo di ritmi che facevano venire voglia di ballare e musiche che non stordivano. Adesso credo che una serata in discoteca sia equiparabile a una pena detentiva, anche se tra le due sceglierei la seconda. E infine... quelli che come influencer avevano Fonzie, L'Intrepido, Il Monello e lanciostory. Sono quelli che le sberle le hanno già prese da piccoli, sia a casa che a scuola. Le care e salutari sberle o scapaccioni! Non ne ho prese molte da piccolo, ma non ho mai odiato i miei per avermele date. Avevo un insegnante alle medie, Prof. Moretti buonanima, che quando usciva metteva il capoclasse. Una volta tornato, chiedeva chi avesse fatto da monello, e il reo si prendeva un piccolo calcio nel sedere. Quanto gli volevamo bene! Noi siamo cresciuti in un certo modo grazie anche alla disciplina impartita dai nostri amati genitori. Ai bambini d'oggi tutto è permesso, e guai a toccarli! Così facendo, però, i genitori non assolvono al sacro dovere di educare e ammaestrare i propri figli, molti dei quali sono malvagi dalla nascita. Questa è una grandissima responsabilità di fronte a Dio e alla società. Io credo che uno sculaccione, quando dovuto e meritato, non abbia mai fatto male a nessuno. Però, in ogni cosa occorre ragionevolezza ed equilibrio. Ci sono pure quelli che ne hanno prese troppe, e lì una tirata d'orecchi ai genitori eccessivamente zelanti sarebbe d'obbligo.

Insomma, bravo Nervuti. Io avrei aggiunto: quelli che sognavano un futuro roseo, migliore. Perché gli anni '80 erano soprattutto questo: ottimismo. Con tutti i problemi che c'erano, per carità, ma la gente si aspettava che le cose migliorassero sempre di più. Ecco perché noi over 50 siamo particolari: perché proveniamo da un'epoca in cui ci siamo "fatti le ossa", ci siamo fortificati, e abbiamo ottimi anticorpi per affrontare tutte le negatività di oggi. Ci siamo costruiti la nostra bella e robusta nave per navigare in acque tempestose. E sì, siamo stati fortunati. Anche se, come dico sempre, avrei voluto nascere 20 o 30 anni prima, in modo da vivere in  pieno gli anni '60 e gli anni '80, a mio modo di vedere le due migliori decadi del secolo scorso.





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