domenica 1 ottobre 2023

Dove sono finiti i forum sugli anni '80?

Che fine hanno fatto i forum sugli anni '80?

Ricordo che quando mi sono approcciato a internet, nel lontano 2008, c'era un forum sugli anni '80 che aveva subito attirato la mia attenzione. Era amministrato da un ragazzo di Cagliari che aveva per nickname "archetipo". Allora i social network non erano diffusi, e la facebookmania non era ancora esplosa. La gente, per lo più, si riversava sui forum per discutere di svariati argomenti. C'erano forum per tutti i gusti. Ad esempio, ce n'era uno dedicato al gruppo musicale degli a-ha, che in quegli anni era frequentatissimo, soprattutto da utenti donne. C'era anche un forum italiano interamente dedicato alla musica dance degli anni '80, la famosa "Italo Disco". La particolarità di questi luoghi virtuali era quella di poter instaurare belle amicizie, legate da un forte interesse comune. Le rigide regole dei forum, inoltre, richiedevano un comportamento corretto da parte degli utenti, pena ammonizione o ban. Insomma, si trattava di piattaforme in cui era richiesta una certa serietà e compostezza. Parolacce, insulti, discriminazioni (poco frequenti, a dire la verità), non erano ammessi. Altra particolarità dei forum era l'attesa: l'utente che postava un messaggio o una richiesta, a volte doveva attendere anche qualche giorno prima di leggere una o più repliche. Questo, visto in un'ottica positiva, insegnava ad essere pazienti, a non aspettarsi tutto e subito, come avviene oggi. Inoltre, le repliche erano spesso ben ponderate e contenenti informazioni preziose; se, ad esempio, un utente chiedeva lumi su un argomento specifico, gli amici del forum avevano tutto il tempo per fare qualche ricerca e poi postare contenuti utili e perfettamente pertinenti alla richiesta fatta. Da ciò si può concludere che i forum quasi mai erano luoghi di discussione banali o superficiali, come pare siano adesso i vari social dove la gente si limita per lo più ai salutini quotidiani. C'è, tra i fruitori dei vecchi forum online, quella voglia di confrontarsi seriamente e di condividere esperienze come lo si faceva un tempo. Io mi sono iscritto a Facebook (preciso che non sono contrario ai social ma al mondo in cui le persone li utilizzano, ne ho parlato qui) nello stesso anno in cui ho iniziato a usare la rete, cioè nel 2008. Penso di essere stato uno dei primi qui a Sassari. Non ci ho messo molto a rendermi conto che non faceva per me, in quanto non avevo nulla da mostrare ad altri. Sono uno che detesta apparire, vantarsi di questo o quello, cercare l'approvazione della gente. E vedevo che gli utenti, o almeno molti di essi, facevano tale uso molto discutibile del social, e non mi andava giù. Quindi, mi sono cancellato più veloce della luce. Sarò durato sì e no un paio di mesi.

Ma i social crescevano, e i forum si svuotavano. Gradualmente, tutta l'utenza che popolava quei simpatici luoghi di discussione online, si trasferiva sui nuovi "centri commerciali" dove superficialità e cazzeggio erano imperanti. Mi piace sempre fare un raffronto con i piccoli negozietti del centro città e i supermercati o ipermercati nella periferia. Qui a Sassari, proprio alla fine degli anni '80 e precisamente nell'ottobre del 1990, sorse "Città Mercato", un gigantesco centro commerciale che offriva di tutto e di più a prezzi convenienti. La gente fu fortemente attratta da questa novità e volle provare la nuova esperienza di acquisto che offriva molteplici vantaggi e comodità: parcheggio auto assicurato, fare scorte di tutto ciò che serve in un solo luogo senza dover recarsi in diversi negozi, passeggiare e magari bere un caffè al bar tra un acquisto e l'altro, oppure semplicemente entrare, trovarsi in un bagno di persone e star lì senza acquistare nulla. Non ci volle molto perché la gente si abituasse a questo nuovo stile di vita: molti negozietti del centro, uno dopo l'altro iniziarono a chiudere per mancanza di clienti e resistettero solo quelli più solidi finanziariamente. Dopo Citta Mercato sorsero altri centri commerciali, un po' troppi per una città di soli 120 mila abitanti, aggravando ancora di più la già critica situazione delle piccole attività cittadine. Cosa si è perso in tutto questo? Abbiamo visto i vantaggi, ma quali sono gli svantaggi? Guardate, sono gli stessi di essere passati dai piccoli forum online ai grandi social network. Si è perso il contatto umano. Ricordo che quando andavo a fare compere al centro (lo faccio ancora, ma per oggetti specifici introvabili devo per forza di cose ricorrere ai venditori online) ci scappava sempre la chiacchierata col venditore; se avevo un problema con un prodotto potevo parlarne con lui il quale, sempre gentile e disponibile, mi forniva le dovute spiegazioni o soluzioni al problema. Tutto questo è utopia nei centri commerciali, dove essenzialmente si entra, si acquista e si porta a casa la merce. Difficilmente si ha interazione con qualcuno. Anzi, mi è capitato (quelle rarissime volte in cui ci ho messo piede) di ricevere risposte sgarbate e frettolose da dipendenti a cui avevo chiesto informazioni. Ho avuto la netta sensazione di non contare nulla ma di essere solo un'entità utile ad accrescere il fatturato dell'azienda. Inoltre, non sono rare le volte in cui le persone al supermercato mi sono sembrate zombi che deambulavano senza una precisa destinazione, un po' come succedeva nel famoso film d'orrore di George Romero.

Il paragone forum-social e market-centri commerciali non mi sembra poi così fuori luogo. In entrambi i casi abbiamo visto uno spopolamento da parte dei primi e un fiorire da parte dei secondi. Abbiamo visto contatti umani nei primi e la loro totale assenza nei secondi. Ma soprattutto, come sempre accade, abbiamo sperimentato ancora una volta che quando qualcosa di buono viene inventato, l'essere umano non perde mai occasione per farne cattivo uso. Sì, i social vengono anche utilizzati per nobili scopi, senza dubbio, ma diciamoci la verità: quale percentuale dei suoi utilizzatori lo fa? Oggi i social sono delle vetrine dove si fa autopromozione, dove si ostenta la propria apparente felicità. Vorrei proprio vedere quante di quelle persone che dicono di essere felci lo sono veramente. È chiaro che sono tutti (o quasi) specchietti per le allodole. Quando la tecnologia non viene usata nel modo giusto, l'umanità invece di andare avanti torna indietro, ed è proprio quello che a mio parere è successo con i social. Ma vale lo stesso discorso per tutte le invenzioni utili. Scienziati hanno impiegato la loro esistenza per aiutare l'umanità con le loro scoperte e l'uomo, spesso, non usandole nei modi corretti, ne ha solo avuto enormi svantaggi.

Quindi, che fine hanno fatto i forum anni '80? A quanto ne so, due sono quelli sopravvissuti. E ho avuto l'onore e il piacere di intervistarne i relativi amministratori. Se volete leggere le interviste, eccovi i link: Intervista a Re Nero70, admin del forum "Il Regno Degli Anni 80" e Intervista ad Arlessds, admin del forum "80 voglia di anime 80... e non solo! Questi sono i due validi combattenti che hanno tenuto duro. Tanti altri forum nel corso degli anni sono "morti" per mancanza di partecipazione. Ma così è la vita: alcune cose nascono, altre muoiono, proprio come le persone. Solo che si spera sempre in un progresso, non in un regresso, come è evidentemente accaduto in questo caso. Io uso sempre i forum, specie quelli della piattaforma ForumFree. Un esempio di forum davvero ben riuscito è Orologi e Passioni, che conta centinaia e centinaia di accessi giornalieri. Lì non ci sono social che tengano perché le ferree regole impongono agli utenti di tenere comportamenti seri e rispettosi. Inoltre, l'argomento specifico orologi, attira sul forum solo e unicamente appassionati di questi preziosi oggetti, che in Italia sono tantissimi. Chissà, realizzando che con i social siamo diventati più asociali (avrebbe dovuto essere l'esatto contrario), forse ci sarà un ritorno ai forum. Come diceva il maggiore Harriman nel film Lo chiamavano Trinità, «Io lo spero, ma vi confesso che non ci conto molto!»





2 commenti:

  1. Ciao! Sui forum concordo in pieno! Noi li teniamo ancora in vita, ma c'è poca partecipazione, purtroppo! Posso approfittarne per invitare i lettori a partecipare ai forum di discussione? Io tutto questo successo dei social non l'ho ancora capito...Sui centri commerciali sono d'accordo circa l'effetto avuto (crisi dei negozi del centro città), però anche il centro commerciale può essere un luogo di aggregrazione, volendo, per fare una passeggiata anche quando piove, prendendo insieme qualcosa al bar. Sul fatto che i negozi all'interno dei centri commerciali trattino meno bene i clienti, credo che dipenda dal commesso che ci trovi dentro...

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  2. Ciao, ti ho letto la scorsa settimana proprio sul forum di Gente di Sardegna e da lì sono approdata al tuo blog! Ti ho anche lasciato un messaggio privato ma secondo me non ti è arrivato perchè quando ho controllato nella posta inviata dal mio account non ho trovato un accidente :/
    Visto che ho un blog anche io ti ho messo subito tra i miei preferiti ed approfitto di questo tuo bel post per dirti che la penso esattamente come te. Non credo che sia una questione di nostalgia, quanto di consapevolezza nell'utilizzo di strumenti informatici che invece di arricchire la nostra vita la stanno appiattendo.
    I forum avevano (e, per quelli che sono rimasti, hanno) un funzionamento ben diverso rispetto ai social. Hai pienamente centrato il discorso quando hai scritto che i social sono più per l'apparire. Noi, invece, che abbiamo bisogno di parole, pensieri, riflessioni, ci troviamo stretti in quelle situazioni, e passiamo oltre.
    Sento tante persone dire: "Quanto sarebbe bello tornare ai forum!" ma non hanno il tempo nè la voglia di farlo veramente. Quindi, ti dirò, la speranza c'è ma non ci conto più.
    Si bieusu!!!

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